Volentieri
presento questa raccolta di poesie che sgorgano da un cuore che si ostina a
credere nella vita, che non finisce di sorprenderci quando con stupore è presa
dal fascino della natura e di ciò che accade ogni giorno. Ogni evento
infatti è buono perché si trasformi in poesia, in incanto e gioia dello
spirito. La poetessa
Maria Concetta, insegnante elementare, non ha certo la pretesa di assidersi
nell’empireo dei grandi poeti, è infatti una donna modesta e umile, ma è
innegabile che con la semplicità e la spontaneità che la distinguono riesce ad
esprimere in versi le sue capacità creative, partendo dalla realtà che la
circonda e dalle esperienze di vita quotidiane. È
ammirevole lo slancio con il quale trasforma in poesia i sentimenti e le
sensazioni che prova a caldo e lo fa con immediatezza per non perdere
l’ispirazione del momento. Usando un
linguaggio vivo e a volte appassionato, con questa raccolta ci consegna il suo
“tesoro”, cioè ci mette a conoscenza di fatti particolari, familiari e
personali, che diversamente non avremmo potuto conoscere. Lei con
queste poesie ci apre la porta del suo tesoro e ci invita a condividere con lei
le gioie innocenti e le immancabili prove della vita. La gioia
più grande è stata certamente il dono della maternità: l’ha implorata con fede
e l’ha ottenuta. Ha visto così sbocciare un fiore: il piccolo Marco “colui che
d’immenso illumina la vita mia”. Una gioia,
questa, totalmente grande che, sostenuta dalla “speranza che non delude”, l’ha
spinta a vedere anche nelle ferite della vita il lato positivo in una
prospettiva che guarda sempre al futuro. Nei suoi
versi constatiamo il fluire di parole semplici e toccanti, capaci di scrutare
in profondità i perché della vita. Riesce
infatti a cogliere gli avvenimenti lieti e tristi, e gesti quotidiani, i
sentimenti, le attese, le grandi passioni, i desideri struggenti e inappagati,
le contraddizioni e le varie esperienze dell’esistenza umana. A volte può
sembrare che la poetessa stia sognando. Ma non sono forse i sogni e le
emozioni la realtà di tutti gli uomini e le donne? Con i suoi versi ci regala dei
sussulti della coscienza che denunciano una società che va alla deriva, ma sono
versi che contribuiscono più di altri a colmare il vuoto culturale che rende
povero, debole e fluido questo nostro tempo. Maria Concetta non perde comunque
l’ottimismo e, spontanea e vivace com’è, non disdegna di ritagliarsi una fetta
di tempo, quando rimane sola con sé stessa e nel silenzio di getto mette fuori
versi che rivelano il suo mondo interiore, fatto di nobili sentimenti e
desideri che l’accompagnano nel cammino della vita, custodendo nel cuore ogni
tratto di bellezza e di bontà in modo che nulla vada perduto. E se la vita è fatta spesso di
dolori e di contraccolpi che feriscono, è allora che lei si rifuggia nel mondo
della poesia per gustare l’armonia delle parole e dei versi con i quali intende
affermare gli eterni valori umani: la vita, l’amore, la famiglia, l’amicizia,
la solidarietà, la pace, lo sguardo estetico di un bimbo sconosciuto che le
sorride e le va incontro, valori che sembrano oscurati e sepolti, ma che
riaffiorano e impetuosamente risorgono. Maria Concetta ama la natura e la
sua terra “baciata dal sole che splende su spiagge distese, toccate da un mare
cristallino”. Ricorda la pioggia e subito dopo
l’incanto dell’arcobaleno. Si lascia trasportare dal canto
di una “ninna nanna” o dalla festa del Natale, di un Dio fatto bambino, per cui
può scrivere: “Ogni giorno è Natale”. Lei è una maestra innammorata
della scuola e dei bambini, che insieme considera la sua seconda famiglia. Maria Concetta ama scrivere anche
in vernacolo e forse qui si trova a suo aggio la sua vena poetica. Si pensi a
“Vu cantari, canta”, “canta ca ti passa”; si pensi “a cicala”, “la quale canta
e balla, ma ora je arrivatu l’unvernu nun navi nenti di mangiari”. Certo un lettore colto e
raffinato potrebbe obbiettare: ma cos’è questa poesia senza regole? Anch’io penso che questa poesia
potrebbe essere più limata però, a mio avviso, perderebbe il valore di una
immediatezza che è caratteristica particolare dell’autrice, e quindi rimane pur
vero che è sempre bello ciò che si scrive in versi o prosa, quando il cuore
canta e ci fa dono dei suoi “sentimenti ed emozioni”.
Liborio Campione.
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