Publicitystar
Critica

Presentazione Mons. Liborio Campione.

 

Volentieri presento questa raccolta di poesie che sgorgano da un cuore che si ostina a credere nella vita, che non finisce di sorprenderci quando con stupore è presa dal fascino della natura e di ciò che accade ogni giorno.
Ogni evento infatti è buono perché si trasformi in poesia, in incanto e gioia dello spirito.
La poetessa Maria Concetta, insegnante elementare, non ha certo la pretesa di assidersi nell’empireo dei grandi poeti, è infatti una donna modesta e umile, ma è innegabile che con la semplicità e la spontaneità che la distinguono riesce ad esprimere in versi le sue capacità creative, partendo dalla realtà che la circonda e dalle esperienze di vita quotidiane.
È ammirevole lo slancio con il quale trasforma in poesia i sentimenti e le sensazioni che prova a caldo e lo fa con immediatezza per non perdere l’ispirazione del momento.
Usando un linguaggio vivo e a volte appassionato, con questa raccolta ci consegna il suo “tesoro”, cioè ci mette a conoscenza di fatti particolari, familiari e personali, che diversamente non avremmo potuto conoscere.
Lei con queste poesie ci apre la porta del suo tesoro e ci invita a condividere con lei le gioie innocenti e le immancabili prove della vita.
La gioia più grande è stata certamente il dono della maternità: l’ha implorata con fede e l’ha ottenuta. Ha visto così sbocciare un fiore: il piccolo Marco “colui che d’immenso illumina la vita mia”.
Una gioia, questa, totalmente grande che, sostenuta dalla “speranza che non delude”, l’ha spinta a vedere anche nelle ferite della vita il lato positivo in una prospettiva che guarda sempre al futuro.
Nei suoi versi constatiamo il fluire di parole semplici e toccanti, capaci di scrutare in profondità i perché della vita.
Riesce infatti a cogliere gli avvenimenti lieti e tristi, e gesti quotidiani, i sentimenti, le attese, le grandi passioni, i desideri struggenti e inappagati, le contraddizioni e le varie esperienze dell’esistenza umana.
A volte può sembrare che la poetessa stia sognando. Ma non sono forse i sogni e le emozioni la realtà di tutti gli uomini e le donne? Con i suoi versi ci regala dei sussulti della coscienza che denunciano una società che va alla deriva, ma sono versi che contribuiscono più di altri a colmare il vuoto culturale che rende povero, debole e fluido questo nostro tempo.
Maria Concetta non perde comunque l’ottimismo e, spontanea e vivace com’è, non disdegna di ritagliarsi una fetta di tempo, quando rimane sola con sé stessa e nel silenzio di getto mette fuori versi che rivelano il suo mondo interiore, fatto di nobili sentimenti e desideri che l’accompagnano nel cammino della vita, custodendo nel cuore ogni tratto di bellezza e di bontà in modo che nulla vada perduto.
E se la vita è fatta spesso di dolori e di contraccolpi che feriscono, è allora che lei si rifuggia nel mondo della poesia per gustare l’armonia delle parole e dei versi con i quali intende affermare gli eterni valori umani: la vita, l’amore, la famiglia, l’amicizia, la solidarietà, la pace, lo sguardo estetico di un bimbo sconosciuto che le sorride e le va incontro, valori che sembrano oscurati e sepolti, ma che riaffiorano e impetuosamente risorgono. 
Maria Concetta ama la natura e la sua terra “baciata dal sole che splende su spiagge distese, toccate da un mare cristallino”.
Ricorda la pioggia e subito dopo l’incanto dell’arcobaleno. Si lascia trasportare dal canto di una “ninna nanna” o dalla festa del Natale, di un Dio fatto bambino, per cui può scrivere: “Ogni giorno è Natale”.
Lei è una maestra innammorata della scuola e dei bambini, che insieme considera la sua seconda famiglia.
Maria Concetta ama scrivere anche in vernacolo e forse qui si trova a suo aggio la sua vena poetica. Si pensi a “Vu cantari, canta”, “canta ca ti passa”; si pensi “a cicala”, “la quale canta e balla, ma ora je arrivatu l’unvernu nun navi nenti di mangiari”.
Certo un lettore colto e raffinato potrebbe obbiettare: ma cos’è questa poesia senza regole?
Anch’io penso che questa poesia potrebbe essere più limata però, a mio avviso, perderebbe il valore di una immediatezza che è caratteristica particolare dell’autrice, e quindi rimane pur vero che è sempre bello ciò che si scrive in versi o prosa, quando il cuore canta e ci fa dono dei suoi “sentimenti ed emozioni”.

  Liborio Campione.

 

 

Home page

Biografia

Critica

Poesie

Eventi

Contatti

Pubblicazioni

Manifestazioni

Copyright © Maurizio Gambino 2013